Il Messico ha nel possesso palla la principale arma, per sfruttare al meglio le doti  dei sui giocatori Aguirre ha studiato un sistema anomalo: in partenza la difesa si schiera a quattro con Rodriguez e Osorio centrali, Aguilar a destra e Salcido a sinistra; Marquez parte vertice basso di un centrocampo a tre ma appena il Messico entra in possesso di palla arretra sulla linea dei difensori e va a comporre una difesa a tre mentre i due terzini salgono sulla linea dei centrocampisti e si vanno a sovrapporre ai talentuosi Vela e Dos Santos, esterni del trio d’attacco. Questo mette in grave difficoltà il Sudafrica che soffre soprattutto gli inserimenti di Aguilar e l’imprevedibilità di Dos Santos, I Bafana Bafana dal canto loro adottano un classico: ”palla lunga e pedalare” per sfruttare la velocità di Mphela, unico terminale offensivo, le poche volte che risultano pericolosi  però sono quando Pienaar e Tshabalala possono dialogare palla a terra.
La soluzione tattica del Messico porta superiorità numerica a metà campo ma si espone a grosse falle quando gli avversari affrettano le ripartenze. Non trovare Marquez in difesa significa avere la strada spianata verso la rete vista la pochezza della coppia centrale. Nel secondo tempo il Sudafrica capisce e in questo modo nascono il fantastico gol di Tshabalala, il palo di Mphela e le azioni più pericolose. Una volta sotto il Messico non cambia ritmo e continua con uno sterile possesso palla, solo un clamoroso errore di posizionamento della difesa sudafricana consente e Marquez di pareggiare i conti raccogliendo un cross dalla sinistra e trafiggendo l’incolpevole Khune.
Tshabalala (7,5): sicuramente l’uomo partita, non solo per l’incredibile gol che fa esplodere il Soccer City Stadium ma anche per un primo tempo in cui è l’unica luce accesa della squadra di casa e un secondo tempo di grande qualità e quantità .
Dos Santos (7): è il migliore dei suoi,  sfiora più volte la rete e sforna palloni importanti, ha grosse qualità tecniche e freschezza atletica che gli consente di esercitarle per novanta minuti.
Khune (7): Salva il risultato in due occasioni, prima con i riflessi sul tocco di Franco e poi con grandissima posizione e agilità sulla sassata di Dos Santos, unica pecca un’uscita a vuoto che poteva costare cara.
Marquez (6,5): se Dos Santos è il migliore, lui è il più importante, da muscoli ad un centrocampo di palleggiatori per poi scalare in difesa a portare esperienza e posizione. Per sfondare il Messico bisogna giocare dove non c’è lui.
Rodriguez (4): La lentezza del centrale messicano è imbarazzante, è colpevole di ogni azione offensiva del Sudafrica, Mphela ha ben altri cavalli nel motore ma lo grazie in occasione del palo. Poi è l’arbitro a graziarlo quando non gli fischia un fallo da rigore.
Perez (4,5): La prestazione conferma i dubbi suscitati dalla prestanza fisica, probabilmente hanno sbagliato e hanno messo in porta il massaggiatore. Assolutamente inadatto al palcoscenico di un mondiale.
Pienaar (5): è il leader e la stella dei Bafana Bafana ma oggi non riesce a brillare. I lanci lunghi lo penalizzano e non gli consentono mai di entrare in partita, un paio di scambi riusciti ma nulla più, ci aspettiamo molto di più da lui.
Franco (5): Aguirre lo preferisce ad Hernandez ma il bomber messicano ci mette poco a far capire che la scelta non è la più felice, si mangia un paio di gol nel primo tempo e nel secondo fa spazio al giovane compagno.