Barça a un passo dalla finale: espugnato il Santiago Bernabeu

Se i giocatori del Real Madrid fossero determinati in campo come lo è il loro allenatore davanti ai microfoni, sicuramente non avrebbero troppi problemi a essere i campioni di tutti. Invece l’agonismo e la troppa tensione giocano nuovamente un brutto scherzo agli ormai ex galacticos. I “galattici” sono altri: Messi, Villa, Guardiola e compagnia cantante rifilano una nuova lezione di calcio agli uomini di Mourinho, ipotecando la finale di Wembley. Il talento argentino dimostra di aver meritato, anzi strameritato, il pallone d’oro 2010 giocando una partita perfetta e siglando entrambe le reti del 2 a 0 finale: la prima al 76° dopo una bellissima incursione sulla destra di Afellay; la seconda, all’87°, capitolando di destro dopo aver seminato da solo l’intera difesa dei blancos.

Il resto della gara è nervosismo e poco altro sia dentro che fuori dal campo. E dire che la maggior parte dei 22 in campo, meno di un anno fa, trionfava in Sud Africa, come se fosse il gruppo più unito del mondo. Invece tutti, da Sergio Ramos a Piquè, da Arbeloa a Busquets, da Puyol a Xabi Alonso sembrano non ricordare nulla di quella fantastica notte di metà luglio. Inevitabile quindi che lo spettacolo ne risenta. Il Real Madrid finisce per la 4 volta su 4 quest’anno contro il Barcellona con un uomo in meno (entrataccia da galera di Pepe su Dani Alves); ma oltre alla partita perde anche la faccia, con le dichiarazioni del loro allenatore. Mourinho, che in Italia ha lasciato il segno non solo con le parole ma anche con i fatti, dovrebbe farsi un bell’esamino di coscienza.



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