Milan al cardiopalma: gol e spettacolo a San Siro

Chissà se i tifosi rossoneri, alle 17 di questo pomeriggio, hanno abbandonato lo stadio entusiasti per il pareggio raggiunto in extremis o dispiaciuti per aver perso l’occasione di allungare di altre 3 lunghezze il distacco dalla Lazio, battuta all’Olimpico dal Lecce. Sta di fatto che il 4 a 4 di San Siro, contro una brillante Udinese, lascierà molti spunti a mister Allegri per capire cosa va e cosa non funziona in questa squadra che, a metà campionato, è apparsa la miglior pretendente allo scudetto 2010/2011.

Ibra, Pato e soprattutto Antonio Cassano: i 3, assieme a Robinho, formano un attacco che in Europa non ha eguali. Ibra confeziona prima l’assist a Pato per il momentaneo 1 a 1, poi, a tempo scaduto, fa esplodere San Siro con il colpo da maestro che vale il 4 a 4 finale. Il papero, se non viene fermato dagli infortuni, rappresenterà quel giocatore fondamentale mancato troppe volte nell’ultimo anno, un giocatore da 1 gol ogni 85′. E poi c’è Antonio Cassano, 3 assist in due spezzoni di partita tra Cagliari e Udinese, pezzi pregiati che solo il miglior talento italiano in circolazione può fare.

Dall’altro lato però ci sono una difesa e un centrocampo che, se privati dei loro pezzi migliori, vanno in netta difficoltà. L’orgoglio di Gattuso e l’entusiasmo del giovane Strasser compensano a malapena l’opaco Seedorf e le assenze di giocatori come Pirlo, Flamini, Boateng e Ambrosini. Allo stesso modo Bonera non è Nesta e proprio oggi si è visto in almeno 3 dei gol dell’Udinese, siglati con grande merito dall’accoppiata Di Natale – Sanchez e dall’ex Napoli German Denis. Solo Thiago Silva sembra salvarsi, almeno per quanto mostrato in zona d’attacco: suo il lancio deviato da Benatia nella propria porta, sua l’impostazione nell’azione del 3 a 3.

Cose da migliorare, ma soprattutto punti da cui ripartire per tenere a bada le inseguitrici, tra tutte l’Inter, indicata qualche giorno fa da Allegri come il peggior avversario, e per raggiungere quello scudetto che, detto con parole di Ringhio, “non possiamo perdere”.



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